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Popetti

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    Popetti reacted to Son1c in Gran Premio di Olanda   
    Chiedo scusa per la latitanza. Ma oltre ad una miriade di contrattempi dopo l'ultimo trasloco non ho ancora la linea a posto. Spero (ed ho il desiderio) di riuscire a prendere parte almeno alla seconda parte di questo bel campionato. 
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    Popetti reacted to pasquaz in Gran Premio di Olanda   
    a video sembra facile...
  3. Thanks
    Popetti reacted to Iarno in Race 2 Suzuka   
    Mi sono dimenticato di ringraziare e fare i complimenti a Pop e Tommaso che ci hanno regalato la diretta per la gara.
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    Popetti reacted to Spacegrab in Race 2 Suzuka   
    Anche questo secondo Round è andato.
    In qualifica sul bagnato non avevo provato per niente e cercando di fare il possibile riesco ad acciuffare un secondo posto dietro Monaco che aveva stampato un bel tempone quindi alla fine contento.
    In gara 1 praticamente faccio tutta la gara attaccato come una sanguisuga agli scarici di Gianni ma lui bravissimo a difendersi e a non fare errori non mi lascia passare, mi sono molto divertito.
    In gara 2 invece è successo qualcosa a Giorgio che mi dispiace perchè credo sia stato vittima di un contatto e nel tentare di evitarlo ho perso diverse posizioni ripartendo un pò dalle retrovie ma poi si son messo sotto ed ho recuperato fino alla 2 posizione.
    Gran bottino anche per il team con Otto che non si trova alla grande ma comunque ha portato un bel pò di punti.  Molto soddisfatto nonostante la vettura non la sento al 100% come vorrei, alla prossima!
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    Popetti reacted to tuttotommaso in Race 2 Suzuka   
    Daje Otto, non mollare! Un sim nuovo richiede sempre un periodo di apprendistato, ACC forse ancor di più è questa Ferrari idem, va capita e richiede tanto tempo. Io ho fatto 1000 giri con la Ferrari a Spa per la 24h in estate, ma ad oggi non è che che ho capito tanto come guidarla
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    Popetti reacted to Rombo27 in Race 2 Suzuka   
    Mi scuso con Pier per la bussata in gara uno che gli ha pregiudicato anche il buon esito di gara due.
    Ieri non avevo assolutamente il passo, per me una gara pessima su una pista stupenda, con ACC non ho esperienza e nonostante l'aiuto dei piloti Rotw faccio fatica ad ingranare, ci riproverò per l'ennesima volta almeno per terminare dignitosamente il campionato. 
    Buona giornata
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    Popetti reacted to Maurizio Garosi in Race 2 Suzuka   
    Per quanto riguarda Gara 1 Marco, io non sarei entrato ai box se non mi ci avessi buttato te ... ????a quel punto ho dovuto fare un drive through e da 10mo mi sono ritrovato ultimo e li sono rimasto fino alla fine. 
    Ero chiaramente piu' lento (come da tradizione) ma stavo lottando chiudendo in staccata e andando in accelerazione in uscita. Peccato. mi stavo divertendo
    In Gara 2 recuperavo per quanto nelle mie possibilità' di super lento ma il mio "amichetto" Cruz ha visto bene di entrarmi dentro la macchina per verificare se avessi l'estintore funzionante. Sono ripartito ultimo anche li dalla 15esima, ma alla fine racimolo un punticino. Meno male il Cruz sta in Sicilia e non più' a Siena...????
    Fortunatamente mi diverto nonostante non possa mai competere con i grandi, certo e' che due volte buttato fuori su due gare...
     
     
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    Popetti reacted to Marco Giocarolli in Race 2 Suzuka   
    Evento da dimenticare.
    Gara 1: parapiglia in curva 1, schivo di qua e di là e pensando di avercela fatta, ricevo una toccata sulla sinistra che mi manda fuori pista e perdo tutte le posizioni che avevo conquistato. Cerco di trovare un buon passo e mi incollo come una piattola alla monoposto di Garosi. Tento più e più volte di sopravanzarlo ma la sua accelerazione riesce ogni volta a prendere quei metri che faticosamente riconquisto con frenate al limite e guida in drift. Dopo la chicane che immette sul rettilineo finale nel tentativo di sopravanzarlo non ho capito se ha deciso di rientrare ai box o che altro fatto sta che tocco la parte destra della sua Ferrari e da lì continuo la mia gara navigando sempre nelle parti basse. A 3/4 di gara dopo essere stato sbatacchiato da Antonacci (devo dire che la mia livrea sta attirando i piloti come la marmellata per l'orso) perdo ulteriori posizioni e come ciliegina sulla torta, vengo ulteriormente toccato da Mechetti al tornantino andando in testacoda e mandando in fumo ogni velleità di rimonta. Con Morandi inizio una lotta di nervi ma non c'è niente da fare: troppi i danni subiti dalla mia macchina con l'aerodinamica compromessa. A pochi metri dal traguardo Mechetti mi restituisce la posizione e, complici i tanti ritiri, finisco 14°.
    Gara 2: parto 14° e recupero alcune posizioni ma vengo sorpassato allegramente mentre ero ingarellato con Morandi. Cornacchia con un entrata garibaldina all'ultima chicane mi fa capire che si può osare molto di più rispetto ai miei standard di gentleman driver e allora decido di dare il tutto per tutto fino a che mi appare la fatidica scritta "Connessione persa con il server ROTW". Saluto i miei compagni di TeamSpeak e vado a dormire.
    Alla prossima ragazzi...
  9. Haha
    Popetti reacted to tuttotommaso in Race 2 Suzuka   
    Bella ragazzi, complimenti a tutti per l'ennesima gara divertente vista da spettatore!
    Un peccato per la partenza a centro gruppo in gara 1, la prossima andrà meglio  
    Per la diretta ci ho provato, non è il mio mestiere ma mi son divertito! Mi scuso per aver scambiato sicuramente qualche pilota, tipo Rotundo e Monaco che a fine gara erano praticamente la stessa persona 
    Alla prox 
  10. Haha
    Popetti reacted to Maurizio Garosi in Race 2 Suzuka   
    Paura della mia sverniciatura eh!! ????????
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    Popetti reacted to Spacegrab in Gran Premio di Monaco   
    Bhe che dire come sempre una delle piste più difficili...
    In qualifica ovviamente era difficile trovare 1 giro pulito ed infatti io non l'ho trovato  ma alla fine son partito dalla 4 piazza (senza errore della griglia 3) e non mi posso lamentare.
    In gara mi ero messo in testa di aspettare qualche errore di Donato e Nania che però è arrivato solo da Gioacchino che andava come un matto  .
    Donato invece facendo qualche giro un pò al limite sono riuscito a recuperarlo nonostante la tranvata del doppiato  poi una volta arrivato dietro non è che si poteva fare più di tanto, ed è per questo che ci ha pensato un doppiato prima, e poi un errore suo, non sono riuscito ad evitarlo e l'ho superato facendo un pò di ping pong . Odio passare in quella maniera, infatti mi ero promesso che se mi avesse recuperato lo facevo passare ma come avevo previsto la macchina quando si alleggeriva avevo sempre più confidenza e tranquillità e riuscivo a tenere un passo più veloce che nella prima parte.
    Come sempre Donato una bestia che se non rischi la morte non ci stai al suo passo, molto soddisfatto della mia gara che se non fosse per gli accaduti avevo la macchina immacolata, che era quello che mi ero fissato come obbiettivo.
    Ultimi giri di gara avevo la caviglia sx che chiedeva pietà, ho fatto 2 conti e approssimativamente ho schiacciato a fondo con il piede sinistro circa 2000 volte (circa perchè ogni  tanto mi veniva da usarlo anche per il freno quindi esattamente al 100% non lo so ma sicuro 1980 soltanto di frizione) e quando abbiamo finito era praticamente un pezzo fermo del mio corpo. 
    Come sempre uno spettacolo, ci vediamo nella prossima!! 
  12. Haha
    Popetti reacted to Marco Giocarolli in Race 1 Silverstone   
    Belle gare: mi sono divertito a battagliare e il mio target è stato raggiunto. Non so come sono nella realtà ma queste Ferrari di ACC sono bastardissime in frenata. Si vogliono sempre girare queste vacche. La cosa bella? Rivedere su Twitch la mia livrea! Una figata ????
    Speriamo di ripeterci a Suzuka tra 15 giorni...
  13. Haha
    Popetti reacted to Maurizio Garosi in Race 1 Silverstone   
    Con la bellezza di addirittura 3 o 4 ore di allenamento totali con ACC mi sono presentato in punta di piedi e ho dato la mia disponibilità al test della domenica sera (a mia insaputa) per verificare le procedure di partenza. Al primo test sono partito in retromarcia con i comandi invertiti ma nel secondo start sono arrivato 7mo (su 9) e questa è la posizione in classifica della quale terrò conto.
    Veniamo alla gara di lunedì...
    Le qualifiche sotto la pioggia...una novità per me, parto faccio il mio supertempo (sono notoriamente veloce) e poi perdo la connessione...impreco...rientro...setup da bagnato...pista asciutta. Le gomme mi si incendiano mi qualifico credo penultimo.
    Gara 1: tutto pronto 30 secondi al giro di formazione e perdo la connessione, fuori dalla gara. Accendo twitch e bevo un cognac.
    Gara 2: ultimo in fila tutto bene parto con cautela e mi accodo al serpentone ma sbaglio e mi rigiro. Riparto con concentrazione e recupero su Botteghi mentre qualcuno mi svernicia la bellissima livrea che ho fatto. Agguanto Botteghi e mi fa ammattire non tenendo una traiettoria che sia una. Lo chiappo inesorabilmente al tornante di prima e ci giriamo in un bel valzer di coppia. Riparto e mi avvio mestamente alla fine della corsa in solitaria.
    Arrivo in fondo ma felice. MI sono divertito. Non so guidare queste macchine ma chi se ne frega, nemmeno quelle del gpl67 ma chi se ne frega uguale.
    Uscito dal server ho fatto un giro offline a Suzuka...di buio. Sono ancora lì che cerco l'ingresso ai box...a fari spenti...chissà se capirò come accenderli...  
  14. Haha
    Popetti reacted to Cruz in Race 1 Silverstone   
    Una gara così negativa non me la ricordo. 
    Qualifica pessima, non riesco a trovare il giusto assetto per le condizioni umide del tracciato e parto dalla terza posizione, la gara invece va ancora peggio. Dopo un duello iniziale dove studiavo il duo Cornacchia-Zanobini cercando il momento giusto per attaccare, Zanobini commette un errore alla prima curva mi affianco e lo supero ma entriamo in contatto alle Esses e la gara da quael momento diventa un calvario, macchina rotta che riesco a guidare grazie alle modifiche al TC. Nonostante tutto rimango a ridosso dei primi ma senza alcuna possibilità di fare nulla. Peccato che mi accorgo che non mi basta la benzina e sono costretto a rientrare ai box per rifornire a 1 giro dalla fine.
    Gara 2 ancora meglio, faccio metà della prima curva del primo giro e trovo macchine girate che è impossibile evitare. Macchina distrutta, prova a fare un giro ma è impossibile continuare...almeno ho risparmiato benzina.
     
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    Popetti reacted to tuttotommaso in Race 1 Silverstone   
    Il detto "chi ben comincia è a metà dell'opera" ti si addice alla grande 
    Scherzi a parte, complimenti a tutti per lo spettacolo visto ieri in pista, come sempre belle battaglie! Bello vedere anche vecchi volti rotw in forma come Biasso e Zano. 
    Bravi! ????
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    Popetti reacted to Maurizio Garosi in Gran Premio del Sud Africa   
    sembra ci fosse bel tempo.
    Ma concordo sul fatto che era più una woodstock che un GP


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    Popetti got a reaction from tuttotommaso in Pillole di Storia: Grand Prix Automobile de Monaco 1950-1967, gli anni dei 100 giri   
    Attualmente, il GP di Monaco si percorre sulla distanza di 78 giri, pari a 260,286 km (il circuito è lungo 3,337 km). Una gara, pertanto, dal chilometraggio totale ridotto rispetto agli altri GP, tuttavia assai probante per piloti e vetture.
    C’è stato un periodo, tuttavia, in cui le strade del Principato di Monaco erano teatro di Gran Premi decisamente più lunghi degli attuali. La memoria storica corre agli Anni ’50 e ’60. Nello specifico, ci riferiamo alle edizioni che vanno dal 1950 al 1967 (ricordiamo che dal 1951 al 1954, il GP di Monaco non fa parte del calendario del neonato Campionato del Mondo di Formula 1). Un po’ di dati: nel 1950, il tracciato monegasco è lungo 3,180 km, per poi scendere (in riferimento alle edizioni dei GP di Formula 1 qui disputatisi) a 3,145 km dal 1955 al 1972.
    100 giri. Questo è il totale dei passaggi da percorrere in quelle edizioni. Cento interminabili, faticosissimi, alienanti giri. Nel 1957, il totale è innalzato addirittura a 105 passaggi, quasi a voler prolungare questo piacevole tormento cittadino. Nel 1950, la corsa si sviluppa su un totale di 318 km, nel 1957 i piloti debbono completare ben 330,225 km, nelle rimanenti edizioni 314,500 km.
    Il GP del 1950 (seconda gara in calendario) passa alla storia per la colossale carambola al primo giro, la quale coinvolgerà ben nove piloti (le Alfa Romeo di Fagioli e Farina, le Simca Gordini di Manzon e Trintignant, le Maserati di De Graffenried e Rol, la ERA di Harrison, la Cooper di Schell e la Talbot-Lago di Rosier). Fangio (Alfa Romeo 158) evita l’ingorgo, andando a vincere in 3h 13min. 18,7sec., alla media oraria di 98,7 km/h. Al traguardo precede (doppiate rispettivamente di 1 e 2 giri) la Ferrari 125 di Ascari e la Maserati 4CLT/48 di Chiron.
    Il predominio delle vetture italiane negli Anni ’50 è apprezzabile anche in occasione del GP di Monaco del 1955, anno in cui il celebre Grand Prix ritorna a far parte del Campionato del Mondo di Formula 1. Vince Trintignant su Ferrari 625 (2h 58min. 09.7sec., alla media di 105,9 km/h), il quale precede di appena 20 secondi la Lancia D50 di Castellotti e la Maserati 250F #34 di Behra/Perdisa. Una nuova tripletta italiana si ha nel 1956: Moss vince su Maserati 250F (3h 00min 32.9sec., alla media oraria di 104.515 km/h), al 2° posto si classifica la Ferrari D50 di Collins/Fangio, al 3° la Maserati 250F di Behra. Il 1957 è l’anno dei 105 giri. Al 4° giro, Moss (Vanwall) e le Ferrari di Hawthorn e Collins sono già fuori gara. Dopo 3h 10min. 12,8sec. di gara (media di 104,1 km/h), la spunta
    Fangio su Maserati 250F; il campione argentino precede la Vanwall VW5 di Brooks e la Maserati 250F della Scuderia Centro Sud di Gregory.
    Alla fine degli Anni ’50, la presenza inglese e la competitività delle auto d’oltre Manica si fa sempre più pressante. Nel 1958, il GP di Monaco è vinto da Trintignant su Cooper T45-Climax del RRC Walker Racing Team (100 giri in 2h 52min. 27.9sec., alla media di 109,4 km/h). Al 2° e 3° posto troviamo le Ferrari D246 di Musso e Collins. E come spesso accade in quel di Montecarlo, i ritiri abbondano: si contano ben 10 piloti ritirati su 16 partenti (i piloti non qualificati ammontano a 13!).
    Il Grand Prix Automobile de Monaco apre la stagione 1959. Inizia l’era delle Cooper-Climax, iridata nel biennio 1959-1960. Vince, infatti, Brabham su Cooper T51 (100 giri in 2h 55min. 51.3sec., alla media di 107.3 km/h), davanti a Brooks (Ferrari D246) e Trintignant, ancora su Cooper T51. L’edizione del 1960 segna una ulteriore svolta nella storia della Formula 1. A vincere è una Lotus, precisamente il modello 18 gestito dal RRC Walker Racing Team.
    Moss completa i 100 giri in 2h 53min. 45,5sec., alla media di 108,5 km/h. Il pilota inglese precede la Cooper T53-Climax di McLaren e la Ferrari D246 di Phil Hill.
    Il Campionato del Mondo di Formula 1 1961 si apre in quel di Monaco. Al contempo, si inaugura l’era della cosiddetta “formula 1500”. La Lotus 18-Climax concede il bis: a condurre alla vittoria la piccola e maneggevole monoposto inglese, ancora Stirling Moss. Egli precede al traguardo le Ferrari 156 di Ginther e P.Hill. I distacchi, dopo 100 giri e 2h 45min. 50sec. di gara (Moss vince alla media di 113,7 km/h), sono contenuti: Moss, infatti, rifila appena 3 secondi a Ginther e 41 a Hill. La Cooper torna sul tetto del GP di Montecarlo nel 1962, grazie a Bruce McLaren e alla T60-Climax. Le Ferrari 156 di P.Hill e Bandini debbono ancora inchinarsi alla scuola inglese.
    McLaren ultima 100 giri in 2h 46min. 29sec., alla media di 113,3 km/h. Ancora una volta, il distacco tra il primo è il secondo classificato è assai contenuto: appena 1 secondo separa il pilota neozelandese dallo statunitense.
    Nel 1963, il dominio britannico si compie. La Ferrari, di fatto la sola a contrastare la scuola inglese, arranca.
    Il GP di Monaco apre la stagione 1963: è il 26 maggio. 15 i partenti. La gara è dominata dalle BRM P57 di Graham Hill e Richie Ginther. L’inglese completa i 100 giri in 2h 41min. 49,7sec., alla media di 116,6 km/h. I distacchi, ancora una volta, contenuti: i primi quattro classificati (le già citate BRM di G.Hill e Ginther, la Cooper T66-Climax di McLaren e la Ferrari 156/63 di Surtees) sono raccolti in appena 14 secondi.
    È ancora il GP del Principato ad inaugurare la stagione 1964. E le BRM P261 di G.Hill e Ginther non tradiscono le aspettative. Hill vince in 2h 41min. 19,5sec., alla media di 116,9 km/h, Ginther è 2° ma doppiato di 1 giro. Terza è la Lotus 25 di Arundell, quarta (96 passaggi e motore rotto) la gemella di Jim Clark, il quale, partito dalla pole-position, comanda la corsa per i primi 36 giri. Come noto, il rapporto tra il talento scozzese e il circuito del Principato non è mai stato idilliaco.
    Il 30 maggio 1965 è in programma il XXIII Grand Prix Automobile de Monaco, secondo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Il Team Lotus è assente, impegnato nella 500 Miglia di Indianapolis, in programma il giorno seguente.
    Vincerà Jim Clark. Frattanto, a Montecarlo, il palcoscenico è tutto per la BRM P261 di G.Hill (vincitore, completa 100 giri in 2h 37min. 39,6sec., alla media di 119,6 km/h) e Jackie Stewart, 3°. In mezzo ai due alfieri dell’Owen Racing Organisation, ecco la Ferrari 1512 (12 cilindri di 1500cc) di Lorenzo Bandini.
    Lorenzo Bandini si dimostra grande specialista delle stradine del Principato. Il pilota di Barce coglie un ulteriore, importante 2° posto nel 1966, anno in cui è ancora il Grand Prix monegasco ad aprire le danze. La BRM P261 sembra nata per questo tracciato: Stewart vince, andando a completare i fatidici 100 giri in 2h 33min.10,5sec., alla media di 123,1 km/h. La nuova formula 3000cc fa sentire tutto il proprio peso sulle medie orarie, sempre più alte. Al 2° posto, appunto, vi è Bandini (Ferrari 246 F1-66), al 3° G.Hill su BRM P261.

    L’edizione del 1967, ultima dell’era dei “100 giri”, è funestata dalla morte di Lorenzo Bandini, occorsa al giro 81, mentre il pilota della Ferrari 312 #18 occupa la seconda posizione. Il violento incidente alla chicane del porto, le fiamme che non lasciano via di salvezza al bravo e sempre generoso Lorenzo. La opprimente stanchezza psicofisica all’origine del fatale incidente. Il GP, nonostante l’accaduto e le condizioni della pista non ottimali, prosegue: vincerà Denny Hulme, su Brabham BT20-Repco (100 giri ultimati in 2h 34min. 34sec. alla media di 122 km/h). Al 2° posto, Graham Hill su Lotus 33-BRM, al 3° Chris Amon, su Ferrari 312.
    Si chiude, con la tragedia di Bandini, l’era dei “100 giri”.
    Dal 1968 al 1972, la gara si disputerà sulla distanza di 80 giri, dal 1973 al 1976 la distanza scende a 78 giri. Nel 1977, i giri sono 76, 75 nel 1978, nuovamente 76 dal 1979 al 1983. Nel 1984 si passa a 77 giri, nel 1985 e sino al 1988 sono ancora 78 giri. Dopo un ulteriore interregno di 77 giri nel 1989, si ritorna a 78 passaggi dal 1990 sino ai giorni nostri (solo imprevisti o condizioni meteo particolarmente probanti possono ridurre la distanza di gara).
    Eppure, un pensiero mi assale: e se si ritornasse ad una distanza di 100 giri? Solo per Monaco, solo per la gara simbolo del Campionato di Formula 1?
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    Popetti got a reaction from pasquaz in Pillole di Storia: Grand Prix Automobile de Monaco 1950-1967, gli anni dei 100 giri   
    Attualmente, il GP di Monaco si percorre sulla distanza di 78 giri, pari a 260,286 km (il circuito è lungo 3,337 km). Una gara, pertanto, dal chilometraggio totale ridotto rispetto agli altri GP, tuttavia assai probante per piloti e vetture.
    C’è stato un periodo, tuttavia, in cui le strade del Principato di Monaco erano teatro di Gran Premi decisamente più lunghi degli attuali. La memoria storica corre agli Anni ’50 e ’60. Nello specifico, ci riferiamo alle edizioni che vanno dal 1950 al 1967 (ricordiamo che dal 1951 al 1954, il GP di Monaco non fa parte del calendario del neonato Campionato del Mondo di Formula 1). Un po’ di dati: nel 1950, il tracciato monegasco è lungo 3,180 km, per poi scendere (in riferimento alle edizioni dei GP di Formula 1 qui disputatisi) a 3,145 km dal 1955 al 1972.
    100 giri. Questo è il totale dei passaggi da percorrere in quelle edizioni. Cento interminabili, faticosissimi, alienanti giri. Nel 1957, il totale è innalzato addirittura a 105 passaggi, quasi a voler prolungare questo piacevole tormento cittadino. Nel 1950, la corsa si sviluppa su un totale di 318 km, nel 1957 i piloti debbono completare ben 330,225 km, nelle rimanenti edizioni 314,500 km.
    Il GP del 1950 (seconda gara in calendario) passa alla storia per la colossale carambola al primo giro, la quale coinvolgerà ben nove piloti (le Alfa Romeo di Fagioli e Farina, le Simca Gordini di Manzon e Trintignant, le Maserati di De Graffenried e Rol, la ERA di Harrison, la Cooper di Schell e la Talbot-Lago di Rosier). Fangio (Alfa Romeo 158) evita l’ingorgo, andando a vincere in 3h 13min. 18,7sec., alla media oraria di 98,7 km/h. Al traguardo precede (doppiate rispettivamente di 1 e 2 giri) la Ferrari 125 di Ascari e la Maserati 4CLT/48 di Chiron.
    Il predominio delle vetture italiane negli Anni ’50 è apprezzabile anche in occasione del GP di Monaco del 1955, anno in cui il celebre Grand Prix ritorna a far parte del Campionato del Mondo di Formula 1. Vince Trintignant su Ferrari 625 (2h 58min. 09.7sec., alla media di 105,9 km/h), il quale precede di appena 20 secondi la Lancia D50 di Castellotti e la Maserati 250F #34 di Behra/Perdisa. Una nuova tripletta italiana si ha nel 1956: Moss vince su Maserati 250F (3h 00min 32.9sec., alla media oraria di 104.515 km/h), al 2° posto si classifica la Ferrari D50 di Collins/Fangio, al 3° la Maserati 250F di Behra. Il 1957 è l’anno dei 105 giri. Al 4° giro, Moss (Vanwall) e le Ferrari di Hawthorn e Collins sono già fuori gara. Dopo 3h 10min. 12,8sec. di gara (media di 104,1 km/h), la spunta
    Fangio su Maserati 250F; il campione argentino precede la Vanwall VW5 di Brooks e la Maserati 250F della Scuderia Centro Sud di Gregory.
    Alla fine degli Anni ’50, la presenza inglese e la competitività delle auto d’oltre Manica si fa sempre più pressante. Nel 1958, il GP di Monaco è vinto da Trintignant su Cooper T45-Climax del RRC Walker Racing Team (100 giri in 2h 52min. 27.9sec., alla media di 109,4 km/h). Al 2° e 3° posto troviamo le Ferrari D246 di Musso e Collins. E come spesso accade in quel di Montecarlo, i ritiri abbondano: si contano ben 10 piloti ritirati su 16 partenti (i piloti non qualificati ammontano a 13!).
    Il Grand Prix Automobile de Monaco apre la stagione 1959. Inizia l’era delle Cooper-Climax, iridata nel biennio 1959-1960. Vince, infatti, Brabham su Cooper T51 (100 giri in 2h 55min. 51.3sec., alla media di 107.3 km/h), davanti a Brooks (Ferrari D246) e Trintignant, ancora su Cooper T51. L’edizione del 1960 segna una ulteriore svolta nella storia della Formula 1. A vincere è una Lotus, precisamente il modello 18 gestito dal RRC Walker Racing Team.
    Moss completa i 100 giri in 2h 53min. 45,5sec., alla media di 108,5 km/h. Il pilota inglese precede la Cooper T53-Climax di McLaren e la Ferrari D246 di Phil Hill.
    Il Campionato del Mondo di Formula 1 1961 si apre in quel di Monaco. Al contempo, si inaugura l’era della cosiddetta “formula 1500”. La Lotus 18-Climax concede il bis: a condurre alla vittoria la piccola e maneggevole monoposto inglese, ancora Stirling Moss. Egli precede al traguardo le Ferrari 156 di Ginther e P.Hill. I distacchi, dopo 100 giri e 2h 45min. 50sec. di gara (Moss vince alla media di 113,7 km/h), sono contenuti: Moss, infatti, rifila appena 3 secondi a Ginther e 41 a Hill. La Cooper torna sul tetto del GP di Montecarlo nel 1962, grazie a Bruce McLaren e alla T60-Climax. Le Ferrari 156 di P.Hill e Bandini debbono ancora inchinarsi alla scuola inglese.
    McLaren ultima 100 giri in 2h 46min. 29sec., alla media di 113,3 km/h. Ancora una volta, il distacco tra il primo è il secondo classificato è assai contenuto: appena 1 secondo separa il pilota neozelandese dallo statunitense.
    Nel 1963, il dominio britannico si compie. La Ferrari, di fatto la sola a contrastare la scuola inglese, arranca.
    Il GP di Monaco apre la stagione 1963: è il 26 maggio. 15 i partenti. La gara è dominata dalle BRM P57 di Graham Hill e Richie Ginther. L’inglese completa i 100 giri in 2h 41min. 49,7sec., alla media di 116,6 km/h. I distacchi, ancora una volta, contenuti: i primi quattro classificati (le già citate BRM di G.Hill e Ginther, la Cooper T66-Climax di McLaren e la Ferrari 156/63 di Surtees) sono raccolti in appena 14 secondi.
    È ancora il GP del Principato ad inaugurare la stagione 1964. E le BRM P261 di G.Hill e Ginther non tradiscono le aspettative. Hill vince in 2h 41min. 19,5sec., alla media di 116,9 km/h, Ginther è 2° ma doppiato di 1 giro. Terza è la Lotus 25 di Arundell, quarta (96 passaggi e motore rotto) la gemella di Jim Clark, il quale, partito dalla pole-position, comanda la corsa per i primi 36 giri. Come noto, il rapporto tra il talento scozzese e il circuito del Principato non è mai stato idilliaco.
    Il 30 maggio 1965 è in programma il XXIII Grand Prix Automobile de Monaco, secondo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Il Team Lotus è assente, impegnato nella 500 Miglia di Indianapolis, in programma il giorno seguente.
    Vincerà Jim Clark. Frattanto, a Montecarlo, il palcoscenico è tutto per la BRM P261 di G.Hill (vincitore, completa 100 giri in 2h 37min. 39,6sec., alla media di 119,6 km/h) e Jackie Stewart, 3°. In mezzo ai due alfieri dell’Owen Racing Organisation, ecco la Ferrari 1512 (12 cilindri di 1500cc) di Lorenzo Bandini.
    Lorenzo Bandini si dimostra grande specialista delle stradine del Principato. Il pilota di Barce coglie un ulteriore, importante 2° posto nel 1966, anno in cui è ancora il Grand Prix monegasco ad aprire le danze. La BRM P261 sembra nata per questo tracciato: Stewart vince, andando a completare i fatidici 100 giri in 2h 33min.10,5sec., alla media di 123,1 km/h. La nuova formula 3000cc fa sentire tutto il proprio peso sulle medie orarie, sempre più alte. Al 2° posto, appunto, vi è Bandini (Ferrari 246 F1-66), al 3° G.Hill su BRM P261.

    L’edizione del 1967, ultima dell’era dei “100 giri”, è funestata dalla morte di Lorenzo Bandini, occorsa al giro 81, mentre il pilota della Ferrari 312 #18 occupa la seconda posizione. Il violento incidente alla chicane del porto, le fiamme che non lasciano via di salvezza al bravo e sempre generoso Lorenzo. La opprimente stanchezza psicofisica all’origine del fatale incidente. Il GP, nonostante l’accaduto e le condizioni della pista non ottimali, prosegue: vincerà Denny Hulme, su Brabham BT20-Repco (100 giri ultimati in 2h 34min. 34sec. alla media di 122 km/h). Al 2° posto, Graham Hill su Lotus 33-BRM, al 3° Chris Amon, su Ferrari 312.
    Si chiude, con la tragedia di Bandini, l’era dei “100 giri”.
    Dal 1968 al 1972, la gara si disputerà sulla distanza di 80 giri, dal 1973 al 1976 la distanza scende a 78 giri. Nel 1977, i giri sono 76, 75 nel 1978, nuovamente 76 dal 1979 al 1983. Nel 1984 si passa a 77 giri, nel 1985 e sino al 1988 sono ancora 78 giri. Dopo un ulteriore interregno di 77 giri nel 1989, si ritorna a 78 passaggi dal 1990 sino ai giorni nostri (solo imprevisti o condizioni meteo particolarmente probanti possono ridurre la distanza di gara).
    Eppure, un pensiero mi assale: e se si ritornasse ad una distanza di 100 giri? Solo per Monaco, solo per la gara simbolo del Campionato di Formula 1?
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    Popetti got a reaction from Andrea Brunini in Pillole di Storia: Grand Prix Automobile de Monaco 1950-1967, gli anni dei 100 giri   
    Attualmente, il GP di Monaco si percorre sulla distanza di 78 giri, pari a 260,286 km (il circuito è lungo 3,337 km). Una gara, pertanto, dal chilometraggio totale ridotto rispetto agli altri GP, tuttavia assai probante per piloti e vetture.
    C’è stato un periodo, tuttavia, in cui le strade del Principato di Monaco erano teatro di Gran Premi decisamente più lunghi degli attuali. La memoria storica corre agli Anni ’50 e ’60. Nello specifico, ci riferiamo alle edizioni che vanno dal 1950 al 1967 (ricordiamo che dal 1951 al 1954, il GP di Monaco non fa parte del calendario del neonato Campionato del Mondo di Formula 1). Un po’ di dati: nel 1950, il tracciato monegasco è lungo 3,180 km, per poi scendere (in riferimento alle edizioni dei GP di Formula 1 qui disputatisi) a 3,145 km dal 1955 al 1972.
    100 giri. Questo è il totale dei passaggi da percorrere in quelle edizioni. Cento interminabili, faticosissimi, alienanti giri. Nel 1957, il totale è innalzato addirittura a 105 passaggi, quasi a voler prolungare questo piacevole tormento cittadino. Nel 1950, la corsa si sviluppa su un totale di 318 km, nel 1957 i piloti debbono completare ben 330,225 km, nelle rimanenti edizioni 314,500 km.
    Il GP del 1950 (seconda gara in calendario) passa alla storia per la colossale carambola al primo giro, la quale coinvolgerà ben nove piloti (le Alfa Romeo di Fagioli e Farina, le Simca Gordini di Manzon e Trintignant, le Maserati di De Graffenried e Rol, la ERA di Harrison, la Cooper di Schell e la Talbot-Lago di Rosier). Fangio (Alfa Romeo 158) evita l’ingorgo, andando a vincere in 3h 13min. 18,7sec., alla media oraria di 98,7 km/h. Al traguardo precede (doppiate rispettivamente di 1 e 2 giri) la Ferrari 125 di Ascari e la Maserati 4CLT/48 di Chiron.
    Il predominio delle vetture italiane negli Anni ’50 è apprezzabile anche in occasione del GP di Monaco del 1955, anno in cui il celebre Grand Prix ritorna a far parte del Campionato del Mondo di Formula 1. Vince Trintignant su Ferrari 625 (2h 58min. 09.7sec., alla media di 105,9 km/h), il quale precede di appena 20 secondi la Lancia D50 di Castellotti e la Maserati 250F #34 di Behra/Perdisa. Una nuova tripletta italiana si ha nel 1956: Moss vince su Maserati 250F (3h 00min 32.9sec., alla media oraria di 104.515 km/h), al 2° posto si classifica la Ferrari D50 di Collins/Fangio, al 3° la Maserati 250F di Behra. Il 1957 è l’anno dei 105 giri. Al 4° giro, Moss (Vanwall) e le Ferrari di Hawthorn e Collins sono già fuori gara. Dopo 3h 10min. 12,8sec. di gara (media di 104,1 km/h), la spunta
    Fangio su Maserati 250F; il campione argentino precede la Vanwall VW5 di Brooks e la Maserati 250F della Scuderia Centro Sud di Gregory.
    Alla fine degli Anni ’50, la presenza inglese e la competitività delle auto d’oltre Manica si fa sempre più pressante. Nel 1958, il GP di Monaco è vinto da Trintignant su Cooper T45-Climax del RRC Walker Racing Team (100 giri in 2h 52min. 27.9sec., alla media di 109,4 km/h). Al 2° e 3° posto troviamo le Ferrari D246 di Musso e Collins. E come spesso accade in quel di Montecarlo, i ritiri abbondano: si contano ben 10 piloti ritirati su 16 partenti (i piloti non qualificati ammontano a 13!).
    Il Grand Prix Automobile de Monaco apre la stagione 1959. Inizia l’era delle Cooper-Climax, iridata nel biennio 1959-1960. Vince, infatti, Brabham su Cooper T51 (100 giri in 2h 55min. 51.3sec., alla media di 107.3 km/h), davanti a Brooks (Ferrari D246) e Trintignant, ancora su Cooper T51. L’edizione del 1960 segna una ulteriore svolta nella storia della Formula 1. A vincere è una Lotus, precisamente il modello 18 gestito dal RRC Walker Racing Team.
    Moss completa i 100 giri in 2h 53min. 45,5sec., alla media di 108,5 km/h. Il pilota inglese precede la Cooper T53-Climax di McLaren e la Ferrari D246 di Phil Hill.
    Il Campionato del Mondo di Formula 1 1961 si apre in quel di Monaco. Al contempo, si inaugura l’era della cosiddetta “formula 1500”. La Lotus 18-Climax concede il bis: a condurre alla vittoria la piccola e maneggevole monoposto inglese, ancora Stirling Moss. Egli precede al traguardo le Ferrari 156 di Ginther e P.Hill. I distacchi, dopo 100 giri e 2h 45min. 50sec. di gara (Moss vince alla media di 113,7 km/h), sono contenuti: Moss, infatti, rifila appena 3 secondi a Ginther e 41 a Hill. La Cooper torna sul tetto del GP di Montecarlo nel 1962, grazie a Bruce McLaren e alla T60-Climax. Le Ferrari 156 di P.Hill e Bandini debbono ancora inchinarsi alla scuola inglese.
    McLaren ultima 100 giri in 2h 46min. 29sec., alla media di 113,3 km/h. Ancora una volta, il distacco tra il primo è il secondo classificato è assai contenuto: appena 1 secondo separa il pilota neozelandese dallo statunitense.
    Nel 1963, il dominio britannico si compie. La Ferrari, di fatto la sola a contrastare la scuola inglese, arranca.
    Il GP di Monaco apre la stagione 1963: è il 26 maggio. 15 i partenti. La gara è dominata dalle BRM P57 di Graham Hill e Richie Ginther. L’inglese completa i 100 giri in 2h 41min. 49,7sec., alla media di 116,6 km/h. I distacchi, ancora una volta, contenuti: i primi quattro classificati (le già citate BRM di G.Hill e Ginther, la Cooper T66-Climax di McLaren e la Ferrari 156/63 di Surtees) sono raccolti in appena 14 secondi.
    È ancora il GP del Principato ad inaugurare la stagione 1964. E le BRM P261 di G.Hill e Ginther non tradiscono le aspettative. Hill vince in 2h 41min. 19,5sec., alla media di 116,9 km/h, Ginther è 2° ma doppiato di 1 giro. Terza è la Lotus 25 di Arundell, quarta (96 passaggi e motore rotto) la gemella di Jim Clark, il quale, partito dalla pole-position, comanda la corsa per i primi 36 giri. Come noto, il rapporto tra il talento scozzese e il circuito del Principato non è mai stato idilliaco.
    Il 30 maggio 1965 è in programma il XXIII Grand Prix Automobile de Monaco, secondo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Il Team Lotus è assente, impegnato nella 500 Miglia di Indianapolis, in programma il giorno seguente.
    Vincerà Jim Clark. Frattanto, a Montecarlo, il palcoscenico è tutto per la BRM P261 di G.Hill (vincitore, completa 100 giri in 2h 37min. 39,6sec., alla media di 119,6 km/h) e Jackie Stewart, 3°. In mezzo ai due alfieri dell’Owen Racing Organisation, ecco la Ferrari 1512 (12 cilindri di 1500cc) di Lorenzo Bandini.
    Lorenzo Bandini si dimostra grande specialista delle stradine del Principato. Il pilota di Barce coglie un ulteriore, importante 2° posto nel 1966, anno in cui è ancora il Grand Prix monegasco ad aprire le danze. La BRM P261 sembra nata per questo tracciato: Stewart vince, andando a completare i fatidici 100 giri in 2h 33min.10,5sec., alla media di 123,1 km/h. La nuova formula 3000cc fa sentire tutto il proprio peso sulle medie orarie, sempre più alte. Al 2° posto, appunto, vi è Bandini (Ferrari 246 F1-66), al 3° G.Hill su BRM P261.

    L’edizione del 1967, ultima dell’era dei “100 giri”, è funestata dalla morte di Lorenzo Bandini, occorsa al giro 81, mentre il pilota della Ferrari 312 #18 occupa la seconda posizione. Il violento incidente alla chicane del porto, le fiamme che non lasciano via di salvezza al bravo e sempre generoso Lorenzo. La opprimente stanchezza psicofisica all’origine del fatale incidente. Il GP, nonostante l’accaduto e le condizioni della pista non ottimali, prosegue: vincerà Denny Hulme, su Brabham BT20-Repco (100 giri ultimati in 2h 34min. 34sec. alla media di 122 km/h). Al 2° posto, Graham Hill su Lotus 33-BRM, al 3° Chris Amon, su Ferrari 312.
    Si chiude, con la tragedia di Bandini, l’era dei “100 giri”.
    Dal 1968 al 1972, la gara si disputerà sulla distanza di 80 giri, dal 1973 al 1976 la distanza scende a 78 giri. Nel 1977, i giri sono 76, 75 nel 1978, nuovamente 76 dal 1979 al 1983. Nel 1984 si passa a 77 giri, nel 1985 e sino al 1988 sono ancora 78 giri. Dopo un ulteriore interregno di 77 giri nel 1989, si ritorna a 78 passaggi dal 1990 sino ai giorni nostri (solo imprevisti o condizioni meteo particolarmente probanti possono ridurre la distanza di gara).
    Eppure, un pensiero mi assale: e se si ritornasse ad una distanza di 100 giri? Solo per Monaco, solo per la gara simbolo del Campionato di Formula 1?
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    Popetti got a reaction from Spacegrab in Pillole di Storia: Grand Prix Automobile de Monaco 1950-1967, gli anni dei 100 giri   
    Attualmente, il GP di Monaco si percorre sulla distanza di 78 giri, pari a 260,286 km (il circuito è lungo 3,337 km). Una gara, pertanto, dal chilometraggio totale ridotto rispetto agli altri GP, tuttavia assai probante per piloti e vetture.
    C’è stato un periodo, tuttavia, in cui le strade del Principato di Monaco erano teatro di Gran Premi decisamente più lunghi degli attuali. La memoria storica corre agli Anni ’50 e ’60. Nello specifico, ci riferiamo alle edizioni che vanno dal 1950 al 1967 (ricordiamo che dal 1951 al 1954, il GP di Monaco non fa parte del calendario del neonato Campionato del Mondo di Formula 1). Un po’ di dati: nel 1950, il tracciato monegasco è lungo 3,180 km, per poi scendere (in riferimento alle edizioni dei GP di Formula 1 qui disputatisi) a 3,145 km dal 1955 al 1972.
    100 giri. Questo è il totale dei passaggi da percorrere in quelle edizioni. Cento interminabili, faticosissimi, alienanti giri. Nel 1957, il totale è innalzato addirittura a 105 passaggi, quasi a voler prolungare questo piacevole tormento cittadino. Nel 1950, la corsa si sviluppa su un totale di 318 km, nel 1957 i piloti debbono completare ben 330,225 km, nelle rimanenti edizioni 314,500 km.
    Il GP del 1950 (seconda gara in calendario) passa alla storia per la colossale carambola al primo giro, la quale coinvolgerà ben nove piloti (le Alfa Romeo di Fagioli e Farina, le Simca Gordini di Manzon e Trintignant, le Maserati di De Graffenried e Rol, la ERA di Harrison, la Cooper di Schell e la Talbot-Lago di Rosier). Fangio (Alfa Romeo 158) evita l’ingorgo, andando a vincere in 3h 13min. 18,7sec., alla media oraria di 98,7 km/h. Al traguardo precede (doppiate rispettivamente di 1 e 2 giri) la Ferrari 125 di Ascari e la Maserati 4CLT/48 di Chiron.
    Il predominio delle vetture italiane negli Anni ’50 è apprezzabile anche in occasione del GP di Monaco del 1955, anno in cui il celebre Grand Prix ritorna a far parte del Campionato del Mondo di Formula 1. Vince Trintignant su Ferrari 625 (2h 58min. 09.7sec., alla media di 105,9 km/h), il quale precede di appena 20 secondi la Lancia D50 di Castellotti e la Maserati 250F #34 di Behra/Perdisa. Una nuova tripletta italiana si ha nel 1956: Moss vince su Maserati 250F (3h 00min 32.9sec., alla media oraria di 104.515 km/h), al 2° posto si classifica la Ferrari D50 di Collins/Fangio, al 3° la Maserati 250F di Behra. Il 1957 è l’anno dei 105 giri. Al 4° giro, Moss (Vanwall) e le Ferrari di Hawthorn e Collins sono già fuori gara. Dopo 3h 10min. 12,8sec. di gara (media di 104,1 km/h), la spunta
    Fangio su Maserati 250F; il campione argentino precede la Vanwall VW5 di Brooks e la Maserati 250F della Scuderia Centro Sud di Gregory.
    Alla fine degli Anni ’50, la presenza inglese e la competitività delle auto d’oltre Manica si fa sempre più pressante. Nel 1958, il GP di Monaco è vinto da Trintignant su Cooper T45-Climax del RRC Walker Racing Team (100 giri in 2h 52min. 27.9sec., alla media di 109,4 km/h). Al 2° e 3° posto troviamo le Ferrari D246 di Musso e Collins. E come spesso accade in quel di Montecarlo, i ritiri abbondano: si contano ben 10 piloti ritirati su 16 partenti (i piloti non qualificati ammontano a 13!).
    Il Grand Prix Automobile de Monaco apre la stagione 1959. Inizia l’era delle Cooper-Climax, iridata nel biennio 1959-1960. Vince, infatti, Brabham su Cooper T51 (100 giri in 2h 55min. 51.3sec., alla media di 107.3 km/h), davanti a Brooks (Ferrari D246) e Trintignant, ancora su Cooper T51. L’edizione del 1960 segna una ulteriore svolta nella storia della Formula 1. A vincere è una Lotus, precisamente il modello 18 gestito dal RRC Walker Racing Team.
    Moss completa i 100 giri in 2h 53min. 45,5sec., alla media di 108,5 km/h. Il pilota inglese precede la Cooper T53-Climax di McLaren e la Ferrari D246 di Phil Hill.
    Il Campionato del Mondo di Formula 1 1961 si apre in quel di Monaco. Al contempo, si inaugura l’era della cosiddetta “formula 1500”. La Lotus 18-Climax concede il bis: a condurre alla vittoria la piccola e maneggevole monoposto inglese, ancora Stirling Moss. Egli precede al traguardo le Ferrari 156 di Ginther e P.Hill. I distacchi, dopo 100 giri e 2h 45min. 50sec. di gara (Moss vince alla media di 113,7 km/h), sono contenuti: Moss, infatti, rifila appena 3 secondi a Ginther e 41 a Hill. La Cooper torna sul tetto del GP di Montecarlo nel 1962, grazie a Bruce McLaren e alla T60-Climax. Le Ferrari 156 di P.Hill e Bandini debbono ancora inchinarsi alla scuola inglese.
    McLaren ultima 100 giri in 2h 46min. 29sec., alla media di 113,3 km/h. Ancora una volta, il distacco tra il primo è il secondo classificato è assai contenuto: appena 1 secondo separa il pilota neozelandese dallo statunitense.
    Nel 1963, il dominio britannico si compie. La Ferrari, di fatto la sola a contrastare la scuola inglese, arranca.
    Il GP di Monaco apre la stagione 1963: è il 26 maggio. 15 i partenti. La gara è dominata dalle BRM P57 di Graham Hill e Richie Ginther. L’inglese completa i 100 giri in 2h 41min. 49,7sec., alla media di 116,6 km/h. I distacchi, ancora una volta, contenuti: i primi quattro classificati (le già citate BRM di G.Hill e Ginther, la Cooper T66-Climax di McLaren e la Ferrari 156/63 di Surtees) sono raccolti in appena 14 secondi.
    È ancora il GP del Principato ad inaugurare la stagione 1964. E le BRM P261 di G.Hill e Ginther non tradiscono le aspettative. Hill vince in 2h 41min. 19,5sec., alla media di 116,9 km/h, Ginther è 2° ma doppiato di 1 giro. Terza è la Lotus 25 di Arundell, quarta (96 passaggi e motore rotto) la gemella di Jim Clark, il quale, partito dalla pole-position, comanda la corsa per i primi 36 giri. Come noto, il rapporto tra il talento scozzese e il circuito del Principato non è mai stato idilliaco.
    Il 30 maggio 1965 è in programma il XXIII Grand Prix Automobile de Monaco, secondo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Il Team Lotus è assente, impegnato nella 500 Miglia di Indianapolis, in programma il giorno seguente.
    Vincerà Jim Clark. Frattanto, a Montecarlo, il palcoscenico è tutto per la BRM P261 di G.Hill (vincitore, completa 100 giri in 2h 37min. 39,6sec., alla media di 119,6 km/h) e Jackie Stewart, 3°. In mezzo ai due alfieri dell’Owen Racing Organisation, ecco la Ferrari 1512 (12 cilindri di 1500cc) di Lorenzo Bandini.
    Lorenzo Bandini si dimostra grande specialista delle stradine del Principato. Il pilota di Barce coglie un ulteriore, importante 2° posto nel 1966, anno in cui è ancora il Grand Prix monegasco ad aprire le danze. La BRM P261 sembra nata per questo tracciato: Stewart vince, andando a completare i fatidici 100 giri in 2h 33min.10,5sec., alla media di 123,1 km/h. La nuova formula 3000cc fa sentire tutto il proprio peso sulle medie orarie, sempre più alte. Al 2° posto, appunto, vi è Bandini (Ferrari 246 F1-66), al 3° G.Hill su BRM P261.

    L’edizione del 1967, ultima dell’era dei “100 giri”, è funestata dalla morte di Lorenzo Bandini, occorsa al giro 81, mentre il pilota della Ferrari 312 #18 occupa la seconda posizione. Il violento incidente alla chicane del porto, le fiamme che non lasciano via di salvezza al bravo e sempre generoso Lorenzo. La opprimente stanchezza psicofisica all’origine del fatale incidente. Il GP, nonostante l’accaduto e le condizioni della pista non ottimali, prosegue: vincerà Denny Hulme, su Brabham BT20-Repco (100 giri ultimati in 2h 34min. 34sec. alla media di 122 km/h). Al 2° posto, Graham Hill su Lotus 33-BRM, al 3° Chris Amon, su Ferrari 312.
    Si chiude, con la tragedia di Bandini, l’era dei “100 giri”.
    Dal 1968 al 1972, la gara si disputerà sulla distanza di 80 giri, dal 1973 al 1976 la distanza scende a 78 giri. Nel 1977, i giri sono 76, 75 nel 1978, nuovamente 76 dal 1979 al 1983. Nel 1984 si passa a 77 giri, nel 1985 e sino al 1988 sono ancora 78 giri. Dopo un ulteriore interregno di 77 giri nel 1989, si ritorna a 78 passaggi dal 1990 sino ai giorni nostri (solo imprevisti o condizioni meteo particolarmente probanti possono ridurre la distanza di gara).
    Eppure, un pensiero mi assale: e se si ritornasse ad una distanza di 100 giri? Solo per Monaco, solo per la gara simbolo del Campionato di Formula 1?
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    Popetti got a reaction from Iarno in Pillole di Storia: Grand Prix Automobile de Monaco 1950-1967, gli anni dei 100 giri   
    Attualmente, il GP di Monaco si percorre sulla distanza di 78 giri, pari a 260,286 km (il circuito è lungo 3,337 km). Una gara, pertanto, dal chilometraggio totale ridotto rispetto agli altri GP, tuttavia assai probante per piloti e vetture.
    C’è stato un periodo, tuttavia, in cui le strade del Principato di Monaco erano teatro di Gran Premi decisamente più lunghi degli attuali. La memoria storica corre agli Anni ’50 e ’60. Nello specifico, ci riferiamo alle edizioni che vanno dal 1950 al 1967 (ricordiamo che dal 1951 al 1954, il GP di Monaco non fa parte del calendario del neonato Campionato del Mondo di Formula 1). Un po’ di dati: nel 1950, il tracciato monegasco è lungo 3,180 km, per poi scendere (in riferimento alle edizioni dei GP di Formula 1 qui disputatisi) a 3,145 km dal 1955 al 1972.
    100 giri. Questo è il totale dei passaggi da percorrere in quelle edizioni. Cento interminabili, faticosissimi, alienanti giri. Nel 1957, il totale è innalzato addirittura a 105 passaggi, quasi a voler prolungare questo piacevole tormento cittadino. Nel 1950, la corsa si sviluppa su un totale di 318 km, nel 1957 i piloti debbono completare ben 330,225 km, nelle rimanenti edizioni 314,500 km.
    Il GP del 1950 (seconda gara in calendario) passa alla storia per la colossale carambola al primo giro, la quale coinvolgerà ben nove piloti (le Alfa Romeo di Fagioli e Farina, le Simca Gordini di Manzon e Trintignant, le Maserati di De Graffenried e Rol, la ERA di Harrison, la Cooper di Schell e la Talbot-Lago di Rosier). Fangio (Alfa Romeo 158) evita l’ingorgo, andando a vincere in 3h 13min. 18,7sec., alla media oraria di 98,7 km/h. Al traguardo precede (doppiate rispettivamente di 1 e 2 giri) la Ferrari 125 di Ascari e la Maserati 4CLT/48 di Chiron.
    Il predominio delle vetture italiane negli Anni ’50 è apprezzabile anche in occasione del GP di Monaco del 1955, anno in cui il celebre Grand Prix ritorna a far parte del Campionato del Mondo di Formula 1. Vince Trintignant su Ferrari 625 (2h 58min. 09.7sec., alla media di 105,9 km/h), il quale precede di appena 20 secondi la Lancia D50 di Castellotti e la Maserati 250F #34 di Behra/Perdisa. Una nuova tripletta italiana si ha nel 1956: Moss vince su Maserati 250F (3h 00min 32.9sec., alla media oraria di 104.515 km/h), al 2° posto si classifica la Ferrari D50 di Collins/Fangio, al 3° la Maserati 250F di Behra. Il 1957 è l’anno dei 105 giri. Al 4° giro, Moss (Vanwall) e le Ferrari di Hawthorn e Collins sono già fuori gara. Dopo 3h 10min. 12,8sec. di gara (media di 104,1 km/h), la spunta
    Fangio su Maserati 250F; il campione argentino precede la Vanwall VW5 di Brooks e la Maserati 250F della Scuderia Centro Sud di Gregory.
    Alla fine degli Anni ’50, la presenza inglese e la competitività delle auto d’oltre Manica si fa sempre più pressante. Nel 1958, il GP di Monaco è vinto da Trintignant su Cooper T45-Climax del RRC Walker Racing Team (100 giri in 2h 52min. 27.9sec., alla media di 109,4 km/h). Al 2° e 3° posto troviamo le Ferrari D246 di Musso e Collins. E come spesso accade in quel di Montecarlo, i ritiri abbondano: si contano ben 10 piloti ritirati su 16 partenti (i piloti non qualificati ammontano a 13!).
    Il Grand Prix Automobile de Monaco apre la stagione 1959. Inizia l’era delle Cooper-Climax, iridata nel biennio 1959-1960. Vince, infatti, Brabham su Cooper T51 (100 giri in 2h 55min. 51.3sec., alla media di 107.3 km/h), davanti a Brooks (Ferrari D246) e Trintignant, ancora su Cooper T51. L’edizione del 1960 segna una ulteriore svolta nella storia della Formula 1. A vincere è una Lotus, precisamente il modello 18 gestito dal RRC Walker Racing Team.
    Moss completa i 100 giri in 2h 53min. 45,5sec., alla media di 108,5 km/h. Il pilota inglese precede la Cooper T53-Climax di McLaren e la Ferrari D246 di Phil Hill.
    Il Campionato del Mondo di Formula 1 1961 si apre in quel di Monaco. Al contempo, si inaugura l’era della cosiddetta “formula 1500”. La Lotus 18-Climax concede il bis: a condurre alla vittoria la piccola e maneggevole monoposto inglese, ancora Stirling Moss. Egli precede al traguardo le Ferrari 156 di Ginther e P.Hill. I distacchi, dopo 100 giri e 2h 45min. 50sec. di gara (Moss vince alla media di 113,7 km/h), sono contenuti: Moss, infatti, rifila appena 3 secondi a Ginther e 41 a Hill. La Cooper torna sul tetto del GP di Montecarlo nel 1962, grazie a Bruce McLaren e alla T60-Climax. Le Ferrari 156 di P.Hill e Bandini debbono ancora inchinarsi alla scuola inglese.
    McLaren ultima 100 giri in 2h 46min. 29sec., alla media di 113,3 km/h. Ancora una volta, il distacco tra il primo è il secondo classificato è assai contenuto: appena 1 secondo separa il pilota neozelandese dallo statunitense.
    Nel 1963, il dominio britannico si compie. La Ferrari, di fatto la sola a contrastare la scuola inglese, arranca.
    Il GP di Monaco apre la stagione 1963: è il 26 maggio. 15 i partenti. La gara è dominata dalle BRM P57 di Graham Hill e Richie Ginther. L’inglese completa i 100 giri in 2h 41min. 49,7sec., alla media di 116,6 km/h. I distacchi, ancora una volta, contenuti: i primi quattro classificati (le già citate BRM di G.Hill e Ginther, la Cooper T66-Climax di McLaren e la Ferrari 156/63 di Surtees) sono raccolti in appena 14 secondi.
    È ancora il GP del Principato ad inaugurare la stagione 1964. E le BRM P261 di G.Hill e Ginther non tradiscono le aspettative. Hill vince in 2h 41min. 19,5sec., alla media di 116,9 km/h, Ginther è 2° ma doppiato di 1 giro. Terza è la Lotus 25 di Arundell, quarta (96 passaggi e motore rotto) la gemella di Jim Clark, il quale, partito dalla pole-position, comanda la corsa per i primi 36 giri. Come noto, il rapporto tra il talento scozzese e il circuito del Principato non è mai stato idilliaco.
    Il 30 maggio 1965 è in programma il XXIII Grand Prix Automobile de Monaco, secondo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Il Team Lotus è assente, impegnato nella 500 Miglia di Indianapolis, in programma il giorno seguente.
    Vincerà Jim Clark. Frattanto, a Montecarlo, il palcoscenico è tutto per la BRM P261 di G.Hill (vincitore, completa 100 giri in 2h 37min. 39,6sec., alla media di 119,6 km/h) e Jackie Stewart, 3°. In mezzo ai due alfieri dell’Owen Racing Organisation, ecco la Ferrari 1512 (12 cilindri di 1500cc) di Lorenzo Bandini.
    Lorenzo Bandini si dimostra grande specialista delle stradine del Principato. Il pilota di Barce coglie un ulteriore, importante 2° posto nel 1966, anno in cui è ancora il Grand Prix monegasco ad aprire le danze. La BRM P261 sembra nata per questo tracciato: Stewart vince, andando a completare i fatidici 100 giri in 2h 33min.10,5sec., alla media di 123,1 km/h. La nuova formula 3000cc fa sentire tutto il proprio peso sulle medie orarie, sempre più alte. Al 2° posto, appunto, vi è Bandini (Ferrari 246 F1-66), al 3° G.Hill su BRM P261.

    L’edizione del 1967, ultima dell’era dei “100 giri”, è funestata dalla morte di Lorenzo Bandini, occorsa al giro 81, mentre il pilota della Ferrari 312 #18 occupa la seconda posizione. Il violento incidente alla chicane del porto, le fiamme che non lasciano via di salvezza al bravo e sempre generoso Lorenzo. La opprimente stanchezza psicofisica all’origine del fatale incidente. Il GP, nonostante l’accaduto e le condizioni della pista non ottimali, prosegue: vincerà Denny Hulme, su Brabham BT20-Repco (100 giri ultimati in 2h 34min. 34sec. alla media di 122 km/h). Al 2° posto, Graham Hill su Lotus 33-BRM, al 3° Chris Amon, su Ferrari 312.
    Si chiude, con la tragedia di Bandini, l’era dei “100 giri”.
    Dal 1968 al 1972, la gara si disputerà sulla distanza di 80 giri, dal 1973 al 1976 la distanza scende a 78 giri. Nel 1977, i giri sono 76, 75 nel 1978, nuovamente 76 dal 1979 al 1983. Nel 1984 si passa a 77 giri, nel 1985 e sino al 1988 sono ancora 78 giri. Dopo un ulteriore interregno di 77 giri nel 1989, si ritorna a 78 passaggi dal 1990 sino ai giorni nostri (solo imprevisti o condizioni meteo particolarmente probanti possono ridurre la distanza di gara).
    Eppure, un pensiero mi assale: e se si ritornasse ad una distanza di 100 giri? Solo per Monaco, solo per la gara simbolo del Campionato di Formula 1?
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    Popetti got a reaction from Cruz in Pillole di Storia: Grand Prix Automobile de Monaco 1950-1967, gli anni dei 100 giri   
    Attualmente, il GP di Monaco si percorre sulla distanza di 78 giri, pari a 260,286 km (il circuito è lungo 3,337 km). Una gara, pertanto, dal chilometraggio totale ridotto rispetto agli altri GP, tuttavia assai probante per piloti e vetture.
    C’è stato un periodo, tuttavia, in cui le strade del Principato di Monaco erano teatro di Gran Premi decisamente più lunghi degli attuali. La memoria storica corre agli Anni ’50 e ’60. Nello specifico, ci riferiamo alle edizioni che vanno dal 1950 al 1967 (ricordiamo che dal 1951 al 1954, il GP di Monaco non fa parte del calendario del neonato Campionato del Mondo di Formula 1). Un po’ di dati: nel 1950, il tracciato monegasco è lungo 3,180 km, per poi scendere (in riferimento alle edizioni dei GP di Formula 1 qui disputatisi) a 3,145 km dal 1955 al 1972.
    100 giri. Questo è il totale dei passaggi da percorrere in quelle edizioni. Cento interminabili, faticosissimi, alienanti giri. Nel 1957, il totale è innalzato addirittura a 105 passaggi, quasi a voler prolungare questo piacevole tormento cittadino. Nel 1950, la corsa si sviluppa su un totale di 318 km, nel 1957 i piloti debbono completare ben 330,225 km, nelle rimanenti edizioni 314,500 km.
    Il GP del 1950 (seconda gara in calendario) passa alla storia per la colossale carambola al primo giro, la quale coinvolgerà ben nove piloti (le Alfa Romeo di Fagioli e Farina, le Simca Gordini di Manzon e Trintignant, le Maserati di De Graffenried e Rol, la ERA di Harrison, la Cooper di Schell e la Talbot-Lago di Rosier). Fangio (Alfa Romeo 158) evita l’ingorgo, andando a vincere in 3h 13min. 18,7sec., alla media oraria di 98,7 km/h. Al traguardo precede (doppiate rispettivamente di 1 e 2 giri) la Ferrari 125 di Ascari e la Maserati 4CLT/48 di Chiron.
    Il predominio delle vetture italiane negli Anni ’50 è apprezzabile anche in occasione del GP di Monaco del 1955, anno in cui il celebre Grand Prix ritorna a far parte del Campionato del Mondo di Formula 1. Vince Trintignant su Ferrari 625 (2h 58min. 09.7sec., alla media di 105,9 km/h), il quale precede di appena 20 secondi la Lancia D50 di Castellotti e la Maserati 250F #34 di Behra/Perdisa. Una nuova tripletta italiana si ha nel 1956: Moss vince su Maserati 250F (3h 00min 32.9sec., alla media oraria di 104.515 km/h), al 2° posto si classifica la Ferrari D50 di Collins/Fangio, al 3° la Maserati 250F di Behra. Il 1957 è l’anno dei 105 giri. Al 4° giro, Moss (Vanwall) e le Ferrari di Hawthorn e Collins sono già fuori gara. Dopo 3h 10min. 12,8sec. di gara (media di 104,1 km/h), la spunta
    Fangio su Maserati 250F; il campione argentino precede la Vanwall VW5 di Brooks e la Maserati 250F della Scuderia Centro Sud di Gregory.
    Alla fine degli Anni ’50, la presenza inglese e la competitività delle auto d’oltre Manica si fa sempre più pressante. Nel 1958, il GP di Monaco è vinto da Trintignant su Cooper T45-Climax del RRC Walker Racing Team (100 giri in 2h 52min. 27.9sec., alla media di 109,4 km/h). Al 2° e 3° posto troviamo le Ferrari D246 di Musso e Collins. E come spesso accade in quel di Montecarlo, i ritiri abbondano: si contano ben 10 piloti ritirati su 16 partenti (i piloti non qualificati ammontano a 13!).
    Il Grand Prix Automobile de Monaco apre la stagione 1959. Inizia l’era delle Cooper-Climax, iridata nel biennio 1959-1960. Vince, infatti, Brabham su Cooper T51 (100 giri in 2h 55min. 51.3sec., alla media di 107.3 km/h), davanti a Brooks (Ferrari D246) e Trintignant, ancora su Cooper T51. L’edizione del 1960 segna una ulteriore svolta nella storia della Formula 1. A vincere è una Lotus, precisamente il modello 18 gestito dal RRC Walker Racing Team.
    Moss completa i 100 giri in 2h 53min. 45,5sec., alla media di 108,5 km/h. Il pilota inglese precede la Cooper T53-Climax di McLaren e la Ferrari D246 di Phil Hill.
    Il Campionato del Mondo di Formula 1 1961 si apre in quel di Monaco. Al contempo, si inaugura l’era della cosiddetta “formula 1500”. La Lotus 18-Climax concede il bis: a condurre alla vittoria la piccola e maneggevole monoposto inglese, ancora Stirling Moss. Egli precede al traguardo le Ferrari 156 di Ginther e P.Hill. I distacchi, dopo 100 giri e 2h 45min. 50sec. di gara (Moss vince alla media di 113,7 km/h), sono contenuti: Moss, infatti, rifila appena 3 secondi a Ginther e 41 a Hill. La Cooper torna sul tetto del GP di Montecarlo nel 1962, grazie a Bruce McLaren e alla T60-Climax. Le Ferrari 156 di P.Hill e Bandini debbono ancora inchinarsi alla scuola inglese.
    McLaren ultima 100 giri in 2h 46min. 29sec., alla media di 113,3 km/h. Ancora una volta, il distacco tra il primo è il secondo classificato è assai contenuto: appena 1 secondo separa il pilota neozelandese dallo statunitense.
    Nel 1963, il dominio britannico si compie. La Ferrari, di fatto la sola a contrastare la scuola inglese, arranca.
    Il GP di Monaco apre la stagione 1963: è il 26 maggio. 15 i partenti. La gara è dominata dalle BRM P57 di Graham Hill e Richie Ginther. L’inglese completa i 100 giri in 2h 41min. 49,7sec., alla media di 116,6 km/h. I distacchi, ancora una volta, contenuti: i primi quattro classificati (le già citate BRM di G.Hill e Ginther, la Cooper T66-Climax di McLaren e la Ferrari 156/63 di Surtees) sono raccolti in appena 14 secondi.
    È ancora il GP del Principato ad inaugurare la stagione 1964. E le BRM P261 di G.Hill e Ginther non tradiscono le aspettative. Hill vince in 2h 41min. 19,5sec., alla media di 116,9 km/h, Ginther è 2° ma doppiato di 1 giro. Terza è la Lotus 25 di Arundell, quarta (96 passaggi e motore rotto) la gemella di Jim Clark, il quale, partito dalla pole-position, comanda la corsa per i primi 36 giri. Come noto, il rapporto tra il talento scozzese e il circuito del Principato non è mai stato idilliaco.
    Il 30 maggio 1965 è in programma il XXIII Grand Prix Automobile de Monaco, secondo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Il Team Lotus è assente, impegnato nella 500 Miglia di Indianapolis, in programma il giorno seguente.
    Vincerà Jim Clark. Frattanto, a Montecarlo, il palcoscenico è tutto per la BRM P261 di G.Hill (vincitore, completa 100 giri in 2h 37min. 39,6sec., alla media di 119,6 km/h) e Jackie Stewart, 3°. In mezzo ai due alfieri dell’Owen Racing Organisation, ecco la Ferrari 1512 (12 cilindri di 1500cc) di Lorenzo Bandini.
    Lorenzo Bandini si dimostra grande specialista delle stradine del Principato. Il pilota di Barce coglie un ulteriore, importante 2° posto nel 1966, anno in cui è ancora il Grand Prix monegasco ad aprire le danze. La BRM P261 sembra nata per questo tracciato: Stewart vince, andando a completare i fatidici 100 giri in 2h 33min.10,5sec., alla media di 123,1 km/h. La nuova formula 3000cc fa sentire tutto il proprio peso sulle medie orarie, sempre più alte. Al 2° posto, appunto, vi è Bandini (Ferrari 246 F1-66), al 3° G.Hill su BRM P261.

    L’edizione del 1967, ultima dell’era dei “100 giri”, è funestata dalla morte di Lorenzo Bandini, occorsa al giro 81, mentre il pilota della Ferrari 312 #18 occupa la seconda posizione. Il violento incidente alla chicane del porto, le fiamme che non lasciano via di salvezza al bravo e sempre generoso Lorenzo. La opprimente stanchezza psicofisica all’origine del fatale incidente. Il GP, nonostante l’accaduto e le condizioni della pista non ottimali, prosegue: vincerà Denny Hulme, su Brabham BT20-Repco (100 giri ultimati in 2h 34min. 34sec. alla media di 122 km/h). Al 2° posto, Graham Hill su Lotus 33-BRM, al 3° Chris Amon, su Ferrari 312.
    Si chiude, con la tragedia di Bandini, l’era dei “100 giri”.
    Dal 1968 al 1972, la gara si disputerà sulla distanza di 80 giri, dal 1973 al 1976 la distanza scende a 78 giri. Nel 1977, i giri sono 76, 75 nel 1978, nuovamente 76 dal 1979 al 1983. Nel 1984 si passa a 77 giri, nel 1985 e sino al 1988 sono ancora 78 giri. Dopo un ulteriore interregno di 77 giri nel 1989, si ritorna a 78 passaggi dal 1990 sino ai giorni nostri (solo imprevisti o condizioni meteo particolarmente probanti possono ridurre la distanza di gara).
    Eppure, un pensiero mi assale: e se si ritornasse ad una distanza di 100 giri? Solo per Monaco, solo per la gara simbolo del Campionato di Formula 1?
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    Popetti reacted to Maurizio Garosi in Gran Premio del Sud Africa   
    Mi sono divertito indubbiamente. La mia lentezza oramai fa scuola! Gran lotta con il mio compagno di squadra per giri e giri e giri....
    ecco forse un po' troppi 73 giri. Negli ultimi dieci, da solo nel deserto del Sud Africa, mi sono acceso una sigaretta (elettronica) tanto il vento non me la spenge.
    Assurdamente la mia Ferrrari (che è performante con me alla guida come quella di F1 2020) ha consumato una quantità di carburante paurosa che mi ha visto costretto al rientro ai box per rimettere benzina (tralascio il fatto che non avevo la mappatura al volante per mettere benza e col mouse non ero bono tanto che ci sono entrato 3 volte prima di capire come fare) ma credo di aver avuto il piede un po' pesantino...avevo gli stessi litri degli altri ferraristi e loro non hanno avuto problemi...boh
     
    Ho come la sensazione che si vada molto più veloce di quanto andassero in realtà vedendo le qualifiche reali del 67. Nel champ del 75 invece eravamo molto simili ai tempi reali.
    A Monaco se faccio come con il champ '75 prevedo almeno una 15ina di soste ai box e un tuffo in piscina.
     

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    Popetti reacted to giaccc_71 in Gara 6 Fuji   
    Aggiunti replay di gara
    Pizzico l'erba al primo giro, innesco una carambola dove becco l'incolpevole Pasquale, mi dispiace tanto ma ci potevo fare ben poco
    Complimenti a tutti e grazie per le belle serate passate insieme
  25. Like
    Popetti reacted to Iarno in Race 6 - Monza - Super FInal   
    C'è stato un problema di disconnessione dal server da parte di tutti, adesso le cause non sono ben chiare, indagheremo, nel frattempo la gara si è conclusa praticamente a 1 minuto dal termine quindi è valida. Domani ricostruirò la classifica finale il giro prima della disconnessione e ufficializzerò i risultati.
    l'unica cosa chiara della serata è la vittoria di Donato a cui vanno i complimenti di tutta ROTW.
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