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Addio vecchio campione nostrano


tazius
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Chi segue le corse in montagna saprà già, mi sembrava però doveroso riportare la notizia anche per tutti gli altri amanti della velocità.

Addio a Mauro Nesti

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Nel letto della sua casa di Bardalone s’è spenta una leggenda. A 78 anni se n’è andato Mauro Nesti, il re delle salite, sopraffino scalatore che in carriera ha conquistato 8 volte il titolo europeo e 17 volte quello italiano. Malato da tempo, Nesti ha lottato fino alla fine, come quando fino a non molti anni fa lasciava sbaffi neri sull’asfalto. Nato a San Marcello Pistoiese il 12 agosto 1935 Mauro era stato ribattezzato il Re delle Montagne. Velocissimo, perfezionista, distinto.

Un colpo di pettine a ravvivare i capelli alla fine della gara e subito la battuta pronta, Nesti ha ottenuto in carriera un totale di oltre 450 vittorie. Non ancora ventenne aveva iniziato con le moto. Poi dagli Anni Sessanta era passato alle quattro ruote. La prima auto è quella del cugino: un’Abarth 850 di Serie. Dieci anni più tardi grazie al marchio Cebora si impone all’attenzione generale. È il 1972 e compra una Chervon 2000. Vince subito alla Cesana-Sestriere. Da quel giorno si trasforma in un serial killer delle speranze altrui sulle strade in salita. Vince di tutto. E dappertutto.

Lola, Osella, Lucchini, Breda: sono i prototipi della sua carriera con i quali ha colto ben 8 titoli europei; è ancora il recordman della serie. Nella sua casa di Bardalone, arrampicata sull’Appennino Tosco Emiliano, i trofei erano dappertutto. E poi il garage, un’officina linda dove tutto parlava di corse. Battuta pronta e piede destro pesante, Mauro Nesti ha vissuto da autentico personaggio.

Elegante, senza peli sulla lingua, tremendamente veloce. Un signore, un esempio di come le corse possono trasformarsi anche in un modello di vita. Sorrideva spesso parlando di corse, a volte s’infervorava. Un vero leone, anche senza il casco allacciato in testa. I suoi successi hanno portato le salite al massimo della loro popolarità. Ti sia lieve la terra, Mauro.

cit. Autosprint

@Iarno: se non si può pubblicare la citazione, cancella pure tutto e scusami

Edited by tazius
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Un grande anzi grandissimo. Negli anni '80 me lo ricordo nelle puntate di Grand Prix con De Adamich protagonista assoluto nelle gare in salita. Non vorresti mai che queste leggende morissero ma la vita è anche questa, purtroppo...Mi auguro che, se esiste davvero un aldilà, lui possa correre felice con la sua fedele Osella.

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