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Pillole di Storia: Grand Prix Automobile de Monaco 1950-1967, gli anni dei 100 giri


Popetti
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Attualmente, il GP di Monaco si percorre sulla distanza di 78 giri, pari a 260,286 km (il circuito è lungo 3,337 km). Una gara, pertanto, dal chilometraggio totale ridotto rispetto agli altri GP, tuttavia assai probante per piloti e vetture.

C’è stato un periodo, tuttavia, in cui le strade del Principato di Monaco erano teatro di Gran Premi decisamente più lunghi degli attuali. La memoria storica corre agli Anni ’50 e ’60. Nello specifico, ci riferiamo alle edizioni che vanno dal 1950 al 1967 (ricordiamo che dal 1951 al 1954, il GP di Monaco non fa parte del calendario del neonato Campionato del Mondo di Formula 1). Un po’ di dati: nel 1950, il tracciato monegasco è lungo 3,180 km, per poi scendere (in riferimento alle edizioni dei GP di Formula 1 qui disputatisi) a 3,145 km dal 1955 al 1972.

100 giri. Questo è il totale dei passaggi da percorrere in quelle edizioni. Cento interminabili, faticosissimi, alienanti giri. Nel 1957, il totale è innalzato addirittura a 105 passaggi, quasi a voler prolungare questo piacevole tormento cittadino. Nel 1950, la corsa si sviluppa su un totale di 318 km, nel 1957 i piloti debbono completare ben 330,225 km, nelle rimanenti edizioni 314,500 km.

Il GP del 1950 (seconda gara in calendario) passa alla storia per la colossale carambola al primo giro, la quale coinvolgerà ben nove piloti (le Alfa Romeo di Fagioli e Farina, le Simca Gordini di Manzon e Trintignant, le Maserati di De Graffenried e Rol, la ERA di Harrison, la Cooper di Schell e la Talbot-Lago di Rosier). Fangio (Alfa Romeo 158) evita l’ingorgo, andando a vincere in 3h 13min. 18,7sec., alla media oraria di 98,7 km/h. Al traguardo precede (doppiate rispettivamente di 1 e 2 giri) la Ferrari 125 di Ascari e la Maserati 4CLT/48 di Chiron.

Il predominio delle vetture italiane negli Anni ’50 è apprezzabile anche in occasione del GP di Monaco del 1955, anno in cui il celebre Grand Prix ritorna a far parte del Campionato del Mondo di Formula 1. Vince Trintignant su Ferrari 625 (2h 58min. 09.7sec., alla media di 105,9 km/h), il quale precede di appena 20 secondi la Lancia D50 di Castellotti e la Maserati 250F #34 di Behra/Perdisa. Una nuova tripletta italiana si ha nel 1956: Moss vince su Maserati 250F (3h 00min 32.9sec., alla media oraria di 104.515 km/h), al 2° posto si classifica la Ferrari D50 di Collins/Fangio, al 3° la Maserati 250F di Behra. Il 1957 è l’anno dei 105 giri. Al 4° giro, Moss (Vanwall) e le Ferrari di Hawthorn e Collins sono già fuori gara. Dopo 3h 10min. 12,8sec. di gara (media di 104,1 km/h), la spunta
Fangio su Maserati 250F; il campione argentino precede la Vanwall VW5 di Brooks e la Maserati 250F della Scuderia Centro Sud di Gregory.

Alla fine degli Anni ’50, la presenza inglese e la competitività delle auto d’oltre Manica si fa sempre più pressante. Nel 1958, il GP di Monaco è vinto da Trintignant su Cooper T45-Climax del RRC Walker Racing Team (100 giri in 2h 52min. 27.9sec., alla media di 109,4 km/h). Al 2° e 3° posto troviamo le Ferrari D246 di Musso e Collins. E come spesso accade in quel di Montecarlo, i ritiri abbondano: si contano ben 10 piloti ritirati su 16 partenti (i piloti non qualificati ammontano a 13!).

Il Grand Prix Automobile de Monaco apre la stagione 1959. Inizia l’era delle Cooper-Climax, iridata nel biennio 1959-1960. Vince, infatti, Brabham su Cooper T51 (100 giri in 2h 55min. 51.3sec., alla media di 107.3 km/h), davanti a Brooks (Ferrari D246) e Trintignant, ancora su Cooper T51. L’edizione del 1960 segna una ulteriore svolta nella storia della Formula 1. A vincere è una Lotus, precisamente il modello 18 gestito dal RRC Walker Racing Team.
Moss completa i 100 giri in 2h 53min. 45,5sec., alla media di 108,5 km/h. Il pilota inglese precede la Cooper T53-Climax di McLaren e la Ferrari D246 di Phil Hill.

Il Campionato del Mondo di Formula 1 1961 si apre in quel di Monaco. Al contempo, si inaugura l’era della cosiddetta “formula 1500”. La Lotus 18-Climax concede il bis: a condurre alla vittoria la piccola e maneggevole monoposto inglese, ancora Stirling Moss. Egli precede al traguardo le Ferrari 156 di Ginther e P.Hill. I distacchi, dopo 100 giri e 2h 45min. 50sec. di gara (Moss vince alla media di 113,7 km/h), sono contenuti: Moss, infatti, rifila appena 3 secondi a Ginther e 41 a Hill. La Cooper torna sul tetto del GP di Montecarlo nel 1962, grazie a Bruce McLaren e alla T60-Climax. Le Ferrari 156 di P.Hill e Bandini debbono ancora inchinarsi alla scuola inglese.
McLaren ultima 100 giri in 2h 46min. 29sec., alla media di 113,3 km/h. Ancora una volta, il distacco tra il primo è il secondo classificato è assai contenuto: appena 1 secondo separa il pilota neozelandese dallo statunitense.

Nel 1963, il dominio britannico si compie. La Ferrari, di fatto la sola a contrastare la scuola inglese, arranca.
Il GP di Monaco apre la stagione 1963: è il 26 maggio. 15 i partenti. La gara è dominata dalle BRM P57 di Graham Hill e Richie Ginther. L’inglese completa i 100 giri in 2h 41min. 49,7sec., alla media di 116,6 km/h. I distacchi, ancora una volta, contenuti: i primi quattro classificati (le già citate BRM di G.Hill e Ginther, la Cooper T66-Climax di McLaren e la Ferrari 156/63 di Surtees) sono raccolti in appena 14 secondi.

È ancora il GP del Principato ad inaugurare la stagione 1964. E le BRM P261 di G.Hill e Ginther non tradiscono le aspettative. Hill vince in 2h 41min. 19,5sec., alla media di 116,9 km/h, Ginther è 2° ma doppiato di 1 giro. Terza è la Lotus 25 di Arundell, quarta (96 passaggi e motore rotto) la gemella di Jim Clark, il quale, partito dalla pole-position, comanda la corsa per i primi 36 giri. Come noto, il rapporto tra il talento scozzese e il circuito del Principato non è mai stato idilliaco.

Il 30 maggio 1965 è in programma il XXIII Grand Prix Automobile de Monaco, secondo appuntamento del Mondiale di Formula 1. Il Team Lotus è assente, impegnato nella 500 Miglia di Indianapolis, in programma il giorno seguente.
Vincerà Jim Clark. Frattanto, a Montecarlo, il palcoscenico è tutto per la BRM P261 di G.Hill (vincitore, completa 100 giri in 2h 37min. 39,6sec., alla media di 119,6 km/h) e Jackie Stewart, 3°. In mezzo ai due alfieri dell’Owen Racing Organisation, ecco la Ferrari 1512 (12 cilindri di 1500cc) di Lorenzo Bandini.

Lorenzo Bandini si dimostra grande specialista delle stradine del Principato. Il pilota di Barce coglie un ulteriore, importante 2° posto nel 1966, anno in cui è ancora il Grand Prix monegasco ad aprire le danze. La BRM P261 sembra nata per questo tracciato: Stewart vince, andando a completare i fatidici 100 giri in 2h 33min.10,5sec., alla media di 123,1 km/h. La nuova formula 3000cc fa sentire tutto il proprio peso sulle medie orarie, sempre più alte. Al 2° posto, appunto, vi è Bandini (Ferrari 246 F1-66), al 3° G.Hill su BRM P261.

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L’edizione del 1967, ultima dell’era dei “100 giri”, è funestata dalla morte di Lorenzo Bandini, occorsa al giro 81, mentre il pilota della Ferrari 312 #18 occupa la seconda posizione. Il violento incidente alla chicane del porto, le fiamme che non lasciano via di salvezza al bravo e sempre generoso Lorenzo. La opprimente stanchezza psicofisica all’origine del fatale incidente. Il GP, nonostante l’accaduto e le condizioni della pista non ottimali, prosegue: vincerà Denny Hulme, su Brabham BT20-Repco (100 giri ultimati in 2h 34min. 34sec. alla media di 122 km/h). Al 2° posto, Graham Hill su Lotus 33-BRM, al 3° Chris Amon, su Ferrari 312.

Si chiude, con la tragedia di Bandini, l’era dei “100 giri”.

Dal 1968 al 1972, la gara si disputerà sulla distanza di 80 giri, dal 1973 al 1976 la distanza scende a 78 giri. Nel 1977, i giri sono 76, 75 nel 1978, nuovamente 76 dal 1979 al 1983. Nel 1984 si passa a 77 giri, nel 1985 e sino al 1988 sono ancora 78 giri. Dopo un ulteriore interregno di 77 giri nel 1989, si ritorna a 78 passaggi dal 1990 sino ai giorni nostri (solo imprevisti o condizioni meteo particolarmente probanti possono ridurre la distanza di gara).

Eppure, un pensiero mi assale: e se si ritornasse ad una distanza di 100 giri? Solo per Monaco, solo per la gara simbolo del Campionato di Formula 1?

Edited by Popetti
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