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Intervista al vecchio leone - Nigel Mansell


Popetti
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Mansell: "F.1 senza rischio, con piste banali, e auto facili"

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Ciao, come va lì in Italia? E' bello rivedere una Ferrari così forte, vero? Spero che vinca tutte le gare che restano e che l'anno prossimo lotti per il Mondiale, ce n'è bisogno". L'inizio della telefonata con Nigel Mansell sembra una dichiarazione d'amore per la rossa, che gli è sempre rimasta nel cuore. Poco importa che il suo unico titolo mondiale sia targato Williams e che fra due settimane la F.1 tornerà in Messico, dove il campione inglese fu l'ultimo vincitore del GP nel 1992. Nella mente dei tifosi del Cavallino restano impressi gli anni ruggenti del Leone e quel sorpasso all'esterno della Peraltada sulla McLaren di Gerard Berger (1990) che tenne il cuore incollato ai teleschermi, ragione per cui la celebre curva dell'autodromo Pedro e Ricardo Rodriguez è stata appena intitolata a suo nome.
A sentirla sembra entusiasta della Ferrari. Quest'anno l'ha stupita?
"No, me lo aspettavo. La Ferrari è una delle poche squadre che può sempre sorprendere. Tre vittorie e tanti podi sono un grande bottino, ma l'anno prossimo può fare anche meglio. Mi auguro che diano a Vettel una macchina da titolo".
Che pensa di Seb?
"Un bravo ragazzo, che ha realizzato un'impresa vincendo 4 Mondiali da giovanissimo e ora sta facendo un lavoro incredibile a Maranello".
Preferisce Vettel uomo squadra o Hamilton superstar da passerella?
"Beh, Lewis in questo momento può permetterselo. Ha un grande team, vince con poca opposizione e perciò gli riesce tutto facile. Si diverte ed è rilassato. Come ha detto Sir Jackie Stewart, corre su un tappeto rosso. Rosberg è stato frenato dai problemi di affidabilità, ma ha gareggiato troppo in difesa. Servirebbe una Ferrari più vicina alle Mercedes e in generale più concorrenza, come nella mia epoca, quando Senna, Prost, Piquet e io eravamo sempre in lotta".
Che cosa cambierebbe della F.1 di oggi?
"Devono cambiare le regole, lo dico da molti anni. Ai miei tempi eri fortunato se avevi tre ingegneri, oggi ai box ce ne sono trenta. Le auto avevano gomme più large e con più grip, ma scivolavano in curva e il pilota poteva tirare fuori il suo stile. Oggi sono docili da guidare, il muretto ti dice che cosa fare in ogni momento e i piloti non hanno più la possibilità di esprimersi. Se guidi in modo aggressivo, fai fuori le gomme, quindi devi andare più piano. E dispositivi come l'ala mobile (il Drs; n.d.r. ) sono una follia: che abilità c'è a sorpassare così?".
Servirebbero anche personaggi come Hunt, Lauda, Senna, Prost e lei, non crede?
"Non è colpa dei piloti. La verità e che oggi sono limitati e condizionati. Imparano i circuiti al simulatore, vanno in pista solo per le gare e non hanno tempo per visitare davvero i Paesi e arricchirsi come uomini, conoscendo diverse culture".
Che cosa pensa di Verstappen competitivo in F.1 a 18 anni?
"È chiaro che ha talento, ma è il perfetto esempio dell'evoluzione del pilota attuale. Sorprende che vada forte su una pista senza averci mai girato, merito del simulatore, e non deve conoscere a fondo la meccanica, ci pensano gli ingegneri. Senza contare un altro fattore: i ragazzi di adesso hanno meno da temere, perché le vetture sono molto sicure. Lo schianto di Verstappen a Montecarlo in passato poteva costare molto caro. Tanti hanno smesso di correre dopo incidenti simili".
Per la sicurezza è stata modificata anche la Peraltada, che era velocissima.
"È accettabile fino a un certo punto. Troppi circuiti sono diventati anonimi. Vorrei che vi fossero ancora curve dove si rischia e dove uno sbaglio si paga, ma non con la vita. Bastano vie di fuga sufficienti".
Chi è il pilota che le somiglia di più. La Gazzetta ha azzardato Ricciardo.
"Daniel ha un incredibile potenziale, ma a me piacciono Seb, Lewis, Alonso e anche Button, quando ha l'auto a posto".
È un peccato vedere Alonso così in crisi?
"Spero che abbia imparato a essere più paziente di quanto non fosse alla Ferrari. Lo spero per la McLaren e per la Honda. I giapponesi non hanno problemi economici e credo che nel 2016 saranno competitivi, sfruttando l'esperienza di quest'anno. Piuttosto, che F.1 è con la Red Bull, che schiera quattro auto, a rischio ritiro perché non trova un motore?".
Chi è il migliore fra Hamilton, Vettel e Alonso?
"Sono tre grandi, mi piacerebbe vederli sulla stessa macchina per scoprirlo".
E il personaggio numero uno della F.1?
"Quello resta sempre Bernie Ecclestone. A miglia di distanza sugli altri".

 Articolo di Luigi Perna

Edited by Popetti
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